CIVITELLA VAL DI CHIANA
Civitella in Val di Chiana è un comune italiano sparso di 9 060 abitanti[1] della provincia di Arezzo in Toscana. Già popolata in epoca romana, Civitella divenne roccaforte longobarda e vi fu costruito il castello che tutt'oggi è visibile. Nell'XI secolo il feudo di Civitella passò sotto il Vescovo di Arezzo, che la designò quale capoluogo del Viscontado della Valdambra. Fu all'epoca che il centro venne ribattezzato "Civitella del Vescovo". Nel XIII secolo il territorio comunale fu messo a dura prova, prima dalla battaglia di Pieve al Toppo fra Siena e Arezzo (ricordata da Dante nel XIII canto dell'Inferno: «Lano, sì non furo accorte le gambe tue alle giostre del Toppo»), vinta da quest'ultima, poi la stessa Civitella fu distrutta. Nel 1272 il Vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini la ricostruì, ma dopo la sconfitta aretina a Campaldino (1289), Civitella fu presa da Firenze. Nel 1311 tornò ad Arezzo e proprio a Civitella fu stipulata la pace tra il vescovo Ildebrandino Guidi di Romena e l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, che garantì alcuni anni di relativa pace. Dopo un "tira e molla" tra Arezzo e Firenze, Civitella entrò definitivamente a far parte del territorio di quest'ultima del 1348, divenendo sede di Podesteria. Nel 1554 fu assediata da Siena, ma venne difesa con successo da Paolo da Castello, capitano di ventura a servizio di Cosimo I de' Medici. Nel 1774 la cittadina assunse grande importanza per la rivalutazione, voluta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, dell'antica "strada dei mercanti", che collegava i centri chianini e valdambrini per il commercio del grano. Gli anni del regno d'Italia condussero un'epoca di pace, ma questa fu violentemente turbata dalla Seconda guerra mondiale. La rocca longobarda, da secoli simbolo di Civitella, fu distrutta da un bombardamento alleato. Ma, soprattutto, Civitella fu sconvolta da una delle più sanguinose stragi che la storia italiana ricordi: si tratta del tristemente noto eccidio di Civitella.